SAPER VEDERE NEL VOLTO DEL FRATELLO
IL VOLTO SFIGURATO DI CRISTO
Davanti ai tre discepoli che più tardi saranno chiamati ad essere testimoni della sua agonia nell’Orto di Getsemani, per fortificarli in anticipo, di fronte a ciò che sarebbe stato ai loro occhi un enorme scandalo – il dramma della sua passione -, Gesù li conduce su di una montagna, dove lascia loro intravedere sul suo volto trasfigurato la vittoria decisiva della sua risurrezione.
Le nostre situazioni di crisi,…
quando le difficoltà si abbattono su di noi, e a noi sembrano insuperabili,
il volto di Gesù si trasfigura!
Racconta l’evangelista Marco che Gesù cominciò a parlare apertamente delle sue sofferenze, della sua passione ai suoi discepoli per chiarire la sua vera identità: è il Messia, sì, come ha confessato Pietro per ispirazione del Padre, ma un Messia che va verso la morte, conforme all’immagine del servo sofferente.
Ed ecco due immagini:
sfigurato….
trasfigurato…
Due immagini che Gesù mostra nella conversazione e sul monte in una luce irradiante alla presenza di tre suoi discepoli.
E’ necessario andare a Gerusalemme per essere “elevato da terra…”
Il candore e la luce sfolgorante della sua persona…
Due immagini che rievocano le visioni del profeta Daniele, mentre la presenza di Elìa e di Mosè, che parlavano con lui del suo esodo, indicano in Gesù il compimento della Legge e dei Profeti.
Vedere la gloria di Dio in vista di una missione difficile da compiere per il popolo.
Tutto questo si assomma, s’incarna nella persona di Gesù, elevato in autorità dalla voce del Padre: “Questi è il mio Figlio prediletto; ascoltatelo”.
I tre discepoli raccolgono tale testimonianza per comunicarla ai credenti, come dirà Pietro: “Questa voce noi l’abbiamo udita scendere dal cielo, mentre eravamo con lui sul santo monte”.
Perché Gesù fece questo?
Per imprimere nella mente dei discepoli un’immagine gloriosa, potente che potesse galvanizzare la tragicità degli eventi successivi e nello stesso tempo mostrare che nella povertà, nella sofferenza, nella passione Dio resta onnipotente e potevano credere alla promessa, anche se appariva umanamente impossibile.
Come reagiscono gli apostoli?
Pietro, ancora una volta esce fuori con una risposta tanto umana: “Facciamo tre tende e restiamo qui”. Pietro cede alla tentazione di chi vorrebbe fermare la vita ai momenti belli e straordinari, rifiutando di vivere tutto il cammino della vita umana che include un po’ per tutti anche la croce.
Cessata la visione, Gesù torna ad essere quello di prima.
Qualcosa di confuso e di mesto però rimane nel cuore dei discepoli.
In seguito Pietro e i suoi compagni capiranno e crederanno.
Gesù è il Figlio di Dio che il Padre ha dato per noi. Egli ci coinvolge come fratelli nel mistero del suo dono, affinché giunga anche per noi la vita nella luce.
La passione di Cristo
è la testimonianza più forte
dell’amore di Dio per l’uomo.
- Signore, dobbiamo avere una fede abbastanza viva, una speranza abbastanza solida, una carità abbastanza ardente, da farci rispondere generosamente ai tuoi inviti, noi siamo a immagine di Cristo, i tuoi figli prediletti.
- Cristo, nelle difficoltà della vita, non sempre siamo di coloro che sono trasfigurati dalla fede, riuscendo a superare ogni inquietudine e ogni timore. Eppure tu sei sofferente ed umiliato prima di entrare nella gloria del Padre.
- Signore, facciamo fatica a pensare con tenerezza a quei volti sfigurati dalla sofferenza, dalla miseria, dalla solitudine per dare quel conforto che li illuminerà col tuo stesso sorriso. Ma Tu ci fai intravedere l’amore col quale Dio ci ama.
Fra le tante miserie dell’uomo emerge più grande la tenerezza di Dio per lui.
I nostri corpi, come quello del Signore, sono chiamati ad un destino di trasfigurazione e di vita in Dio
Anche noi entriamo in crisi: accade se dimentichiamo il progetto di Dio su di noi.
Anche a noi,
come agli apostoli,
il Signore insegna
a ritrovare fiducia
e buona volontà,
per vivere al di là delle crisi la nostra vita di fede.
– Le vie di Dio sono sconcertanti. Spesso ci sembra che esse vadano all’opposto dello scopo voluto.
– Sperare contro ogni speranza. Fede, fiducia, abbandono totale nelle mani del Signore.
– In che modo conservare nel cuore questa speranza? “Padre – ci insegnò Gesù con il suo gemito nell’agonia, sia fatta non la mia volontà, ma la tua”.
Un volto sfigurato
Un volto trasfigurato…
E SAREMO GIUDICATI
SU COME LO ABBIAMO
SAPUTO RICONOSCERE...
E’ LA NOSTRA QUARESIMA:
SAPERLO ROCONOSCERE!
A farci entrare nel regno di Dio…
- Non saranno le nostre forbite omelie domenicali;
- Non saranno i nostri rosari masticati tutti i giorni per assolvere ad un impegno:
- Non saranno le nostre pompose liturgie con incensi e processioni;
- Non saranno i nostri innumerevoli libri scritti per narrare l’insegnamento di Gesù;
- Non saranno le nostre Chiese costruite per dare una casa a Dio sulla terra;
- Non saranno le ristrutturazioni programmate per dare decoro alla casa del Signore;
- Non saranno le nostre affermazioni autoritarie perché ministri di Dio;
- Non saranno….
- Non saranno….
Se abbiamo fatto soffrire e piangere il fratello accanto…
se non abbiamo visto il lui il volto sofferente sfigurato del Signore
Se non lo abbiamo aiutato a trasfigurarsi,
sentiremo la sua condanna eterna:
“Via, lontano da me,
maledetti,
nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i suoi angeli,
perché
ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e non mi avete dato da bere,
ero straniero e non mi avete accolto,
nudo e non mi avete vestito,
malato e in carcere e non mi avete visitato”.
(Mt. 25, 41-43)
CHE IO TI SAPPIA RICONOSCERE, SIGNORE!
E ci prepareremo alla nostra Resurrezione! E celebreremo la nostra Pasqua!
MERCOLEDI’ DELLE CENERI E VENERDI’ SANTO
D I G I U N O E D A S T I N E N Z A D A L L E C A R N I ______________________________
TUTTI I VENERDI’ DELLA QUARESIMA:
A S T I N E N Z A D A L L E C A R N I !!!
Che io sappia sempre
riconoscerti
Signore!
Il Rettore del Santuario:
Falchetti don Sesto
Tel: 3398619307
e-Mail: sesto.falchetti@virgilio.it
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